Ore 17:15 Esco da lavoro di corsa perché il ritrovo è alle 19 a Castelfranco e io devo ancora: lavarmi i capelli (sono lunghi), fare la valigia, stampare tutti i documenti, trovare i certificati medici degli atleti (scherzo Maestro), salutare mia nonna (perché non si parte mai senza salutare la nonna Rosetta)…

Ore 18:43 Vado di corsa a prendere Michael e Nacho con la paura di arrivare tardi perché io odio il ritardo.

Ore 19 Ci troviamo al luogo di ritrovo….. Io, Michael e Nacho.

Ore 20 Arrivano puntuali Carlo, Davide, Gloria, Giorgia e Annalisa. In un’altra macchina il Maestro Maurizio, il Maestro Denis e Pino, il quale ovviamente guida.

Ore 22:30 Arrivo al B&B a Bergamo.

Ore 23:00 Tutti sul lettone a fare le parole crociate….fino alle 3, maledette parole crociate.

Ore 3:30 Esco dal mio dormiveglia e vedo Annalisa che boccheggia perchè prima ha acceso il termo e come c**** si spegne?

Ore 4 BABY SHARK BABY SHARK!!!! E via verso l’aeroporto che già non sopportavo più Carlo…

 

Bene, qualcuno ha deciso che dovevo essere io l’autrice dell’articolo degli europei in Portogallo e posso immaginare il motivo. Sappiate che in questo articolo mi esporrò come solitamente non faccio quindi arrivata al punto tornerò nella mia fortezza e metterò a riposo i sentimenti per un po’. Il mio punto di vista è purtroppo (o per fortuna) molto diverso da quello visto dal quadrato di gara; lo so perché sono stata sia di qua che di là. Eppure questa volta mi sento come se avessi gareggiato: io c’ero in ogni Kiai dei Vo Sinh della Tinh Vo Mon e della Thien Lo. Sono stata presente in ogni momento di difficoltà, in ogni lacrima e in ogni “non ce la faccio”.

Semplicemente racconterò quello che ho visto.

Ho visto Annalisa salire sul podio con una forma base come il Thien Mon Quyen. Da lei dobbiamo imparare tutti perché riesce a sorridere tranquillamente 5 minuti prima della gara per poi sistemarsi sul quadrato come la tigre si posiziona per attaccare. Mi rivedo in lei… in tutto, perché è un po’ orsetto e un po’ testa di c****.

Ho visto Davide raccogliere la spada da terra, ricominciare e continuare deciso fino alla fine perché gli atleti della Tinh Vo Mon sono addestrati a non mollare mai. Soprattutto Davide che grazie a cinque (CINQUE) secondi posti abbiamo fatto sostituire “Davide” alla parola “secondo” nel Treccani.

Ho visto Gloria, una striscia e mezza, condurre il suo primo combattimento in gara contro un primo dang di 20 kg in più. Mi ha ricordato il mio primo combattimento con una cintura nera, ma questa volta io ero dietro nel ruolo di secondo e l’ho vista infuocarsi come io non ho saputo fare a mio tempo. Pugno dopo pugno.

Ho visto Giorgia affrontare un’arma come il ventaglio (a squadre) così distante dal suo forte carattere marziale ma forse ho anche scoperto che questa ragazza nasconde pendii di rose sotto i suoi cipressi.

Ho visto Pino all’alba dei suoi 50 anni gareggiare in una categoria composta da ventenni e conquistare la medaglia d’argento, dimostrando che lo spirito non invecchia mai. (Il giorno prima l’ho visto fare il bagno nell’oceano, ma non diciamolo a Marica altrimenti si arrabbia…) PINO PINO PAURA NON NE HA!

Ho visto Michael emozionarsi davanti ai giudici e dare il 50% di quello che tira fuori in palestra. Ci sono persone che rendono in modo innato davanti una giuria…Michael no…ma lui rende molto in amicizia e sono grata di avere un compagno di cammino come lui.

Ho visto Nacho maneggiare la lancia come se fosse un’estensione delle proprie mani e portare ancora una volta, dopo anni, quella forma nel suo habitat naturale: sul primo posto. Sei il mio orgoglio per questo europeo.

Ho visto Loredana confrontarsi con fuoriclasse e forme complesse senza abbassare mai la guardia, perché lei a 13 anni compensa la mancanza di esperienza con il controllo di sé stessa. E non ha paura di mettersi in gioco divertendosi, perché il VVD è piacere soprattutto a quell’età. E lei ha la luce in quegli occhi così seri.

Ho visto Carlo dimostrare ancora una volta quanto sia essenziale nella Tinh Vo Mon perché le risate sono cibo vitale e uniscono le anime. Lui non è nato con il fisico da atleta, ma ha deciso di ballare sopra tutti gli ostacoli…tenendomi sempre per mano.

Ho visto i MIEI atleti trasformarsi in luce e avere la forza di lasciare a casa tutte le paure che annegano le potenzialità (perché tutti abbiamo i nostri problemi…).

Agli europei c’erano anche, pensate un po’, i Maestri Maurizio e Denis (quante flessioni??).

Ho visto Maurizio prendere in mano la situazione e ancora una volta mettere ordine in un clima non troppo disteso. Poi l’ho visto correre in giro per la palestra per non perdersi una sola prestazione dei suoi allievi, nonostante dovesse tenere i fili del destino degli europei come una Parca del mito romano.

E infine ho visto Denis stare fuori fino alle 4.30 (maledetta ora legale) con i suoi allievi perché il VVD è soprattutto condivisione. E fidatevi che non c’è nulla di più appagante di condividere delle birre sul lungomare in Portogallo. Il giorno dopo non l’ho visto….(scherzo) E lo ringrazio qui perché, nonostante le nostre continue discussioni, trova sempre la soluzione per tutto sia che io abbia un problema organizzativo che emotivo.

Il mio rapporto con il Viet Vo Dao è Odi et Amo che Catullo levate proprio…perché la mia condizione mi vieta di fare l’unica cosa che mi fa sentire realmente viva. Però continuo, continuo e continuo (con calma) grazie alle persone che ho citato in questo articolo (e a molte altre che porto sempre con me). Non cambierei nulla di quest’esperienza e, probabilmente, non l’avrei vissuta così a pieno se avessi gareggiato. Allora io dico: va bene così, io sto bene quando i miei compagni stanno bene. E qui stiamo bene quando stiamo insieme.

E ora…via verso la festa tradizionale!!

 

Rachele Lievore

Thien Lo – Montebelluna (TV)

c.n. 1° Dang