ISTRUTTORI VIET TAI CHI
LUCIA PEDRON
Cintura nera 2° Dang
Come laureata in scienze motorie trovo la disciplina del V.T.C molto interessante.
Perché?
Perché senza interruzioni, senza discontinuità ogni parte del corpo diventa leggera, agile unita alle altre nel movimento.
Attraverso il rilassamento si scopre che una forza senza forza fluirà, lasciando il corpo pieno di energia .
È un cammino impegnativo ricco di nuove prove molto utili a conoscere sé stessi dentro e fuori.
FRANCESCA SARTORATO
Cintura nera 2° Dang
Il Viet Tai Chi per me è un viaggio al tempo stesso interiore ed esteriore, individuale e collettivo.
Al tuo interno, puoi trovare equilibrio e serenità utile a consentire un diverso ascolto e relazione con l’altro e con la comunità di cui sei parte.
Ciò che continua a motivarmi a praticare quest’arte è il gruppo, il confronto costante e l’aiuto reciproco e una visione comune.
ANGELICA LAERA
Cintura nera 1° Dang
Il VTC per me è qualcosa che mi fa stare bene, che mi mette in contatto con la mia energia interna e mi permette d’incanalarla nel miglior modo possibile.
Sono il Maestro e i miei compagni che mi motivano a venire in palestra, oltre alla volontà di non perdere il contatto con la mia parte più autentica che ha bisogno di essere alimentata sempre.
Questa disciplina è benessere, volontà, autostima, cura verso sé stessi e verso gli altri; quiete, serenità e meditazione.
BARBARA MINATO
Cintura nera 1° Dang
La pratica di VTC per me significa stare in ascolto di sé, del proprio respiro, del corpo che si muove.
È una meditazione in movimento.
Ciò che mi motiva è il muovermi dentro a forme che rendono il corpo flessibile e armonioso in un tempo tutto mio.
Se dovessi consigliarlo a qualcuno userei queste parole: quando non posso venire in palestra mi manca tanto, praticare VTC mi fa stare bene, mi svuota la mente, mi alleggerisce e mi aiuta a veicolare le tensioni.
GIOVANNA GIACOMIN
Cintura nera 1° Dang
Quest’arte mi permette di trovare uno spazio senza misurazione, in cui concentrarmi sulla sensazione personale e del momento che vivo in cui corpo e movimento cercano armonia.
Mi fa stare meglio e mi rende felice, se la dovessi consigliare a qualcun altro, direi che mi rende migliore.
Perché non provare?
TERESA CALLEGARI
Cintura nera 1° Dang
DENIS PIOVESAN
Cintura nera 1° Dang
Praticare un’arte marziale, significa per me fare un viaggio alla ricerca di noi stessi attraverso la conoscenza del nostro io interiore.
L’arte Marziale che pratico ha formato negli anni il mio carattere, è stata ed è ricerca di un sempre maggiore equilibrio interiore, è uno strumento che mi permette di ascoltare, uno strumento di comprensione, un mezzo di comunicazione.
PAOLO CORTICELLI
Cintura nera 1° Dang
“Il Viet Tai Chi è una canzone dei Pink Floyd in movimento”
MARICA RAVAZZOLO
Cintura nera 1° Dang
Per me praticare sia il Viet Tai Chi che il Viet Vo Dao significa staccare da tutto e da tutti.
Prendere del tempo per me, superare gli obbiettivi, vivere queste discipline come una sfida contro i miei limiti e vivere le mie soddisfazioni portandole come esempio nella vita quotidiana.
Fiducia in sé stessi, disciplina, serenità… ecco questo è quello che mi trasmette.
GIUSEPPE DELLI CARRI
Cintura nera 1° Dang
Pratico il Viet Tai Chi per ritrovare l’equilibrio interiore che mi trasforma lo stress e stanchezza in energia positiva.
DANIELA VANIN
Cintura nera 1° Dang
ORAZIO POSSAMAI
Cintura nera 1° Dang
Viet Tai Chi, per cercare di essere come l’acqua
GIUSEPPE BIASIN
Cintura nera 1° Dang
Per me Việt Tài Chí significa lavorare sul mio corpo per renderlo più morbido.
Mi motiva il condividere l’allenamento con altre persone, l’occasione di imparare qualcosa di nuovo e la possibilità di mettermi alla prova.
Il Việt Tài Chí lo consiglio per il suo muoversi più lento e per il suo lavorare più individuale.
Se dovessi scegliere un aforisma che mi rappresenti, sarebbe:
“Con ordine, affronta il disordine; con calma, l’irruenza. Questo significa avere il controllo del cuore.”
(Sun Tzu, L’arte della guerra, Capitolo 7 Scontro, Manovre Militari, Paragrafo 26).